Alchimia, New Moon, Percorsi Iniziatici

Ricordati di guardare con gli occhi degli alberi..

di M. M. Judas

Mentre muoviamo i nostri primi passi nelle tenebre, ti voglio raccontare di quella volta in cui sono stato un albero. E’ per aiutarti.

Il primo impatto è il buio, ma da umano non devi preoccuparti di questo. Ci sono mille modi di vedere il buio. Quando riuscirai a diventare un albero, capirai con lucidità cosa intendo, ma per il momento proverò a descriverti com’è.

Contemplor – Ricordati di guardare con gli occhi degli alberi

In natura l’albero è quello che vede meglio, forse a causa delle sue radici, che gli permettono l’ancoraggio con madre terra a profondità impensabili, e delle sue fronde, che gli permettono di librarsi ad altezze vertiginose. Forse è a causa dei suoi profumi, che gli consentono di espandersi in larghezza, forse è a causa del vento, che trasporta la sua essenza in ogni dove.

Forse è a causa del fuoco, che gli permette di dissolversi in finissima cenere e svanire, o forse è a causa dell’acqua, che solo attraversandolo si trasforma in linfa vitale. O forse, il mistero più grande, è perché si nutre di luce quando la sua parte più vasta è sotto la terra. Poiché non teme le profondità, non teme nemmeno le altezze. Quale essere può avere una visione più chiara?

Forse sei convinto del fatto che sia necessario essere uno sciamano per diventare un albero, magari per pochi istanti. È falso. Ti hanno mentito. Non di proposito, probabilmente la maggior parte di coloro che usano e osano una tale affermazione ci credono davvero. Ma non importa, non siamo qui per trovare i colpevoli delle nostre illusioni, ci sono modi migliori di perdere tempo. Siamo qui per attraversare drappi di veli. Non tutti, ci mancherebbe… un paio bastano a cambiare il corso di una vita. E quando una vita cambia, tutto cambia.

Passo numero uno: abbandona ogni forma di superstizione. Ti potrà essere solo d’intralcio. Apri la porta alle tue percezioni. Questo significa che dovrai dimenticare quello che sapevi e prendere in considerazione, seriamente, molto seriamente, che la materia che ti circonda nell’oscurità, è… diversa.

In questo scritto, la parola oscurità o la parola notte, non sono da intendere come un buio fisico. L’oscurità di cui tratto è la dimensione del non-conosciuto. In quella dimensione i muri possono essere liquidi e un fiume essere denso come il miele. Concediti la possibilità che sia vero. Ritagliati degli spazi in cui ti concedi la possibilità che sia vero. Rifallo tante volte.

Quella sedia forse non è di legno, forse la sua vera sostanza è gassosa e se ti ci siedi, cadi. E se cadi, ridi con piacere. Forse quella mosca è un messaggero venuto da un altro mondo. Parla con la mosca. Chiedile qualcosa. Fallo, non vergognarti. E se ti vergogni, ricomincia a ridere e poi rifallo.

Forse la luna ti sta generosamente nutrendo col suo latte, che attraversa la tua pelle. Ringraziala. Adorala. Magnificala. Fa’ che sia tua amica e compagna. Forse quel fuoco che brucia nella stufa ti sta raccontando dei segreti. Siediti accanto a lui, e ascoltalo attentamente, senza farti distrarre. Parla da solo, parla con te. Fatti domande ad alta voce, senza darti le risposte.

Ricordati di salutare le nuvole mentre passano, sono instancabili viaggiatrici e si dissolvono e si riformano continuamente, senza sosta e senza ritegno, grandi maestre loro. Ferma tutto durante un temporale… ferma tutto e ascolta l’elettricità. Puoi sentirla. Fatti attraversare e rabbrividisci a ogni tuono. Fatti accecare da ogni fulmine, fino a quando il tuo cuore terrorizzato non comincerà a galoppare.

Cammina nel buio più nero più spesso che puoi, ascoltando i rumori delle ombre che ti seguono. Non avere paura di quelle ombre, sono lì per guidarti. Esci quando c’è la nebbia. Esci quando c’è la nebbia! Fatti avvolgere dal suo bianco mantello silenzioso e respira la sua essenza, guardala mentre entra nella tua bocca, nelle tue narici. Assorbila dentro di re e trasformala in rugiada. Cammina sull’erba a piedi nudi mentre immagini quel mondo sotterraneo, coi suoi vermi, i suoi cunicoli, le sue pietre e i tesori nascosti. Fai in modo che quelle essenze, dai tuoi piedi arrivino alla sommità del tuo capo.

Immergiti nell’acqua immobile.

Annusa tutto. Fatti attraversare dal vento, fatti bagnare dalla pioggia, fatti riscaldare dal fuoco e guarda la tua pelle d’oca in una notte fredda, accarezzala. Fa’ che sia sempre sacro il suolo su cui cammini. Sei tu a renderlo tale, con la tua riverenza per ogni luogo in cui ti trovi. Dopo un po’ di tempo, dopo un po’ di pratica, dopo un po’ di coraggio in cui metti in conto la possibilità che tu stia diventando pazzo a fare queste cose… ecco, dopo un po’ di tempo, saranno loro a chiamarti. Saranno gli elementi che ti verranno a cercare.

E ti sveglierai di notte perché la luna ti ha chiamato. Ti toglierai le scarpe perché la terra ti ha chiamato. Uscirai nel buio perché le tenebre ti hanno chiamato. La connessione è avvenuta e tu non sarai mai più quello di prima. Ora sei pronto, ora sei libero di officiare i tuoi riti alla natura, per commemorare la connessione, per celebrarla, fortificarla e mantenerla.

Non è curioso che una giovane donna faccia tutto questo spontaneamente? E continuerà a farlo, fino a quando non la convinceremo, con la nostra “maschia arroganza”, che sono cose stupide e che deve tornare alla realtà.
Già… la realtà.
Povere, dolci fanciulle. È come se strappassimo loro brandelli di cuore.

Ausculto – Ricordati di ascoltare il silenzio

Il silenzio è compagno fedele dell’oscurità. Così come l’oscuro va osservato, il silenzio va ascoltato. Il non-detto va intuito. La presenza dell’assenza va contemplata.
Dovrai immergerti in quella bolla dalle pareti liquide che è il silenzio. In quella capsula piasmatica, il tuo respiro, il tuo sangue che scorre e il battito del tuo cuore, saranno assordanti.
Comincia da lì.

All’inizio non sentirai altro che quelli: dai loro tempo, sii indulgente e calmali con la pazienza e con l’amore, fino a quando diverranno solo un piacevole sottofondo. E un luogo fragile e delicato, dovrai tenerlo ordinato. Muoviti con lentezza per non fare danni.
Quando sarai sceso tante volte in quelle stanze, quando avrai imparato a dilatare e a comprimere il tempo, che in quei luoghi diventa tremendamente malleabile, allora inizia a scegliere cosa ascoltare.

Puoi ascoltare ciò che è già naturalmente presente, oppure puoi evocare. Una cosa alla volta, non strafare. Quella dimensione porta disturbi e turbamenti, non sempre siamo pronti per quello che c’è; scendi con le mani pulite e il cuore leggero, altrimenti l’effetto collaterale sarà quello di recarsi in quei luoghi sempre più raramente.
Non eccedere e non risparmiare.

Fidati di te e, quando non ci riesci, sorridi con indulgenza.

Rursus instare – Ricordati di riprovare

Se sai di essere sulla strada giusta, e lo sai, allora riprova. E se fallisci, modifica qualcosa e riprova. E se fallisci ancora, modifica qualcosa e riprova. E se fallisci di nuovo, modifica qualcosa e riprova.

E se fallisci ancora una volta, non ti resta che modificare qualcosa e riprovare.
Non arrabbiarti mai coi tuoi fallimenti, i tuoi più grandi maestri non sono da allontanare.

Infine, ricorda: non c’è alcun peccato nello smarrirsi. Il vero peccato è non andarsi a cercare. [..]

[tratto da ‘La Via della Trasmutazione Alchemica‘]
All photos by ©Dorota Gorecka


La Via della Trasmutazione Alchemica
OBLIVIUM / RUBENS / LUX – Manuale di discesa nell’ombra

 

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